Alcuni collaborano apertamente con il regime: i cani ne diventano la guardia armata uno dei maiali, Clarinetto, ne è il cantore e il capo della propaganda. Emergono così i diversi gruppi, ciascuno caratterizzato da diverso comportamento che mostra di fronte al potere, esattamente come avviene in ogni società sottoposta al totalitarismo. Tutti gli altri animali invece sono costretti a sgobbare sempre di più, in modo non troppo diverso da ciò che accadeva sotto il dominio dell’uomo. I maiali sono i soli a non dover faticare e possono rimpinzarsi delle parti migliori del cibo prodotto dagli altri. Mentre il vecchio e carismatico leader precedente sognava un mondo in cui tutti gli animali – creati uguali, con i medesimi obblighi e gli stessi diritti – vivessero in armonia lottando contro l’uomo che cercava di sottometterli, Napoleone è convinto che “ gli animali sono tutti uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri”.Ĭosì la gestione della fattoria, sotto il suo comando, si fa sempre più tirannica. Ma questa utopia è destinata a finire ben presto: infatti il nuovo capo dei maiali, Napoleone, non è né equo né saggio come il precedente, il Vecchio Maggiore, ed è intenzionato a mantenere la propria leadership ad ogni costo. Non soltanto la fattoria, libera dagli uomini, prospera secondo i principi del cosiddetto “animalismo”, ma, nella Battaglia del Chiuso delle vacche, gli animali riescono anche a sconfiggere Jones e gli altri fattori che stavano tentando di riconquistare la tenuta. Vi compaiono il divieto per gli animali di dormire in un letto, di consumare alcolici, di vestire abiti e di uccidere gli altri animali, e vi è scritto in modo chiaro e inequivocabile che “ tutti gli animali sono uguali”.
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La convivenza è regolata dai sette comandamenti, scritti a grandi lettere bianche su un muro catramato. Il nostro lavoro coltiva la terra, i nostri escrementi la rendono fertile, eppure non uno di noi possiede più che la nuda pelle.”
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Li fa lavorare e in cambio dà ad essi quel minimo che impedisca loro di morir di fame e tiene il resto per sé. E tuttavia è il signore di tutti gli animali. Egli non dà latte, non fa uova, è troppo debole per tirare l’aratro, non può correre abbastanza velocemente per prendere conigli. L’unico nemico è l’uomo, lo sfruttatore verso cui si sono giustamente ribellati: “ L’uomo è la sola creatura che consuma senza produrre. La rivoluzione contro gli uomini è un successo, e gli animali si organizzano in una cooperativa che in un primo momento permette a tutti loro di vivere in armonia, producendo il necessario per la sussistenza. Sono quindi i maiali che capeggiano la rivolta degli animali contro il fattore Jones, un ubriacone che gestisce Manor Farm in modo dispotico e violento. Tra tutti gli animali, i maiali sono i più intelligenti – sagaci e brillanti, parlano un inglese fluente – motivo per cui sono diventati i leader delle altre specie. L’ambientazione è quella di una tipica fattoria inglese, Manor Farm, dove però gli animali sono intelligenti, pensanti e organizzati. Orwell, celebre pensatore, saggista e soprattutto romanziere, scrisse il libro tra il 1943 e il 1944: benché in un primo momento rifiutato dagli editori britannici, dopo la pubblicazione il romanzo divenne rapidamente un successo.
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La fattoria degli animali, che, insieme a 1984, è il romanzo più celebre di George Orwell, è stato pubblicato per la prima volta in Gran Bretagna nel 1945.